kokalos. ovvero uno dei pochi momenti di riscatto degli abitanti della nostra isola, seppure risalente ai primi albori della civiltè sicana, vuol trasmettere ben più di una morale, nel racconto del mito di Dedalo, l’ onesto ideatore del labirinto di Cnosso, che con ali di cera e piume sfugge, assieme al figlio Icaro, alla condanna a morte cui Minosse, tiranno di Creta, lo aveva condannato, per seppellirne il segreto .
Ma mentre Icaro, si lascia prendere dalla superbia e forse per colpa della sua giovane età, ma certamente facendo affidamento sul proprio narcisismo, si lascia tentare dall’ impresa di osare e dirigersi in direzione del sole, impresa che gli costerà la vita dopo la sua caduta in mare, il più saggio Dedalo, in cerca di una terra che possa accoglierlo, approda dopo un estenuante volo, in terra di Kamico, dove verrà accolto dal Re del luogo, Kokalos, ed avere la possibilità di una nuova vita.
Ma Minosse vuole ad ogni costo la sua testa. Armate le sue navi da guerra, lo insegue, per vendicare la morte del Minotauro, mostruosa creatura generata nella sua famiglia, ucciso da Teseo, attribuendo a lui la colpa del tradimento, compiuto invece dalla figlia Arianna.
Ho voluto dare una chiave di lettura più profonda, svelando, dietro l’ apparente smania di vendetta di Minosse, una più realistica intenzione di voler invadere il regno dei Sikani ed ampliare i suoi domini , intenzione mal celata da un atteggiamento a tratti perfino affettato, che dall’ amicizia e da una vecchia alleanza, passa a precise minacce, che senza mezzi termini, non lasciano spazio all’ immaginazione.
Nasce così un “quasi musical”, che un cast numeroso, rappresenta, in una scenografia volutamente essenziale, con musiche e canti dal vivo.
Il testo, in parte liberamente ispirato ad una vecchia edizione, completamente rinnovato, arricchito e reso probabilmente più godibile, ne fa, grazie anche agli inserimenti musicali, un’ opera da seguire tutta d’ un fiato.
La scelta dei costumi e l’ impostazione scenica, una regia fluida ed attenta, curate asieme ad Antonella Morreale, hanno dato via ad una rappresentazione dalla tipologia non comune., ma non per questo entusiasmante, sicuramente degna di quanti vorranno apprezzarla.